Babouches Frulan è una piccola azienda che produce le furlane, le scarpe tradizionali nate in Friuli oltre duecento anni fa. Avviata da pochissimo, Babouches Frulan ripropone il modello originale innovando i materiali e migliorando la funzionalità della scarpa.
Come nasce Babouches Frulan
Resilienza: quante volte abbiamo sentito questa parola negli ultimi mesi? La storia di Babouches Frulan è senz’altro una storia di resilienza, ma anche una storia di coraggio imprenditoriale e promozione del Made in Italy.
Arianna lavora nel settore turistico-archeologico: con il primo lockdown, si ritrova ad avere tempo a disposizione da investire in nuovi progetti. Inizia così ad esplorare più da vicino il settore della moda, sua grande passione da sempre.
Lo spunto giusto arriva lo scorso maggio: durante un breve soggiorno a Venezia, Arianna scopre le furlane. Sono molti i negozi e le boutique del centro storico che propongono le tradizionali calzature da gondoliere: un’idea comincia a prendere forma, così la ragazza decide di acquistarne diverse paia, per analizzare meglio pregi e difetti di ciascun modello.
Le conclusioni a cui arriva insieme a suo marito Carlo Alberto sono molto concrete: le furlane si possono portare in primavera o d’estate, ma d’inverno non riescono a tenere il piede al caldo. Un tempo nelle campagne del Friuli la gente le indossava anche all’aperto: “Oggi invece la maggior parte delle persone le usa in casa come pantofole – racconta Arianna – “Del resto, è impossibile uscire nelle giornate fredde o piovose con una scarpa leggera che fa passare l’acqua”.
Dove c’è un problema, c’è un’opportunità: devono aver pensato qualcosa di molto simile Arianna a Carlo Alberto, quando hanno deciso di studiare un modo per migliorare la funzionalità della furlana. Ricerche su forme e materiali, innovazioni tecniche, piccoli accorgimenti e tante, tante prove.
Una volta definita l’idea, arriva il momento di metterla in pratica: Arianna e Carlo Alberto rilevano una piccola azienda che produce furlane vicino a San Daniele, in provincia di Udine. I due imprenditori investono, assumono e avviano la produzione: le prime collezioni saranno disponibili a marzo 2021.
Le furlane di Babouches Frulan
La storia delle furlane risale al 1800: le donne delle campagne e delle montagne friulane le cucivano a mano per tutta la famiglia. Erano scarpe realizzate con materiale di recupero: sacchi di juta e ritagli di stoffa per la tomaia, vecchi copertoni da bicicletta per la suola. Negli anni cinquanta arrivarono anche a Venezia, dove venivano indossate dai gondolieri perché la suola in gomma era perfetta per non danneggiare il fondo il legno delle gondole.
Dall’ottocento a oggi, per oltre due secoli, l’arte della creazione delle furlane si tramanda da madre in figlia, anche se ormai sono poche le donne che conoscono i segreti di queste lavorazioni artigianali. Avviando il loro progetto imprenditoriale, Arianna e Carlo Alberto creano nuova occupazione e valorizzano un sapere antico.
Le calzature di Babouches Frulan si rifanno proprio alla furlana tradizionale. Le scarpe vengono prodotte senza l’uso di resine e colle, utilizzando ancora i vecchi stampi del passato: la tomaia, nella fase finale di lavorazione, è cucita rigorosamente a mano.
Quello che cambia, eccome, è la struttura: l’interno della furlana è reso impermeabile da un rivestimento in pelle e nella scarpa viene inserita una soletta fissa per impermeabilizzare lo spazio tra la pianta del piede e la suola. In questo modo, le scarpe possono essere indossate anche all’esterno, e non solo in casa. Proprio la soletta lilla in pelle di vitello, punzonata con il logo di Babouches Frulan, è diventata il segno distintivo e immediatamente riconoscibile dell’azienda.
Le furlane di solito sono scarpe dalla vita breve: “Ce ne siamo resi conto subito – spiega Carlo Alberto – Le modifiche tecniche servono anche a questo: vogliamo proporre una calzatura che duri più a lungo”.
Oltre ad innovare la struttura della scarpa, i due imprenditori hanno scelto di utilizzare materiali pregiati:
- Stoffe e tessuti selezionati: velluto, ma anche seta, cotone e denim di qualità per i modelli della collezione primavera-estate.
- Pelle di vitello e pelli pregiate: Carlo Alberto proviene da una famiglia che opera nel settore e ha messo la sua esperienza a servizio del nuovo progetto. Le furlane in pelli esotiche e pregiate – coccodrillo, razza, pitone – sono prodotte riutilizzando le rimanenze di produzione delle grandi case di moda. “Non si tratta di scarti – precisano i due imprenditori – sono materiali di qualità che, se non venissero recuperati, andrebbero perduti”.
- Pellame e pelliccia: tutti i pellami utilizzati provengono da allevamenti responsabili, certificati e tracciabili. Per alcune calzature, come quelle in cincillà e visone, Babouches Frulan ha già registrato il modello in esclusiva.
All’inizio, alcuni dei materiali scelti erano completamente nuovi per le lavoratrici dello stabilimento. “Avere a che fare con pelli e pellame è difficile, per chi è abituato a tagliare e cucire stoffe e tessuti“, racconta Arianna. Eppure le artigiane sono riuscite ad adattarsi alla nuova situazione. “Sono artigiane competenti, che padroneggiano diverse tecniche di lavorazione: passano dalla fustellatrice alla messa in forma e alla cucitura a mano della tomaia con una disinvoltura straordinaria”.
Babouches Frulan collabora anche con artigiani esterni all’azienda, che producono passamanerie e decorazioni. “In particolare, lavoriamo con alcun artigiani orafi che creano piccoli gioielli in bronzo fatti a mano: alcuni dei modelli della nuova collezione saranno decorati con pantere – gioiello”. Una scelta che guarda anche al recupero dei materiali: quando la scarpa diventerà troppo vecchia per essere indossata, chi l’avrà acquistata potrà recuperare le decorazioni per creare nuovi accessori.
Il mercato di riferimento
Babouches Frulan ripropone in una veste nuova una calzatura spesso sottovalutata. Del resto, gli esempi di successo su mercati analoghi non mancano: basta pensare alle espadrillas spagnole o ai sandali capresi e positanesi, conosciuti nel mondo e simbolo dello stile di vita italiano. Le stesse furlane si sono imposte all’attenzione internazionale un paio d’anni fa, quando le riviste di moda le hanno scoperte ai piedi di artisti e celebrities, da Kate Moss a Amal Alammuddin.
Alcuni marchi italiani, per soddisfare la domanda crescente del mercato e ridurre i costi, hanno iniziato a produrre all’estero: “Non è la nostra politica – spiega Carlo Alberto – Noi vogliamo tutelare la qualità del Made in Italy e valorizzare una professionalità artigiana molto specifica, che altrimenti si perderebbe col passare del tempo”.
Babouches Frulan fin da subito punta al mercato del lusso, soprattutto per i prodotti realizzati con materiali particolarmente pregiati. La voglia di rilancio del comparto luxory in Italia parte proprio dall’ “Artigianato contemporaneo”: è quanto emerge da una tavola rotonda organizzata lo scorso ottobre da Sole 24 ore e Financial Times, coinvolgendo Fondazione Altagamma e alcuni dei principali brand italiani di settore.
Per questo, le moderne furlane create dai due giovani imprenditori puntano non solo al mercato di casa nostra, ma anche all’estero: Russia e Cina, in primis, ma anche il Nord Europa. In un periodo in cui si trascorre molto tempo in casa e lo smart working è una rivoluzione destinata a restare, Babouches Frulan viene incontro alle nuove esigenze proponendo calzature comode, eleganti e versatili.
Lavorare al pc, uscire a fare la spesa, fare due passi in centro: le furlane reinterpretate dalla nuova azienda si prestano ad essere indossate in diversi contesti, dalle situazioni più quotidiane ai momenti speciali. “Possono diventare un cadeau da offrire ai propri ospiti: un invito discreto a togliersi le scarpe e a mettersi a proprio agio – suggerisce Carlo Alberto – Oppure si possono indossare in barca: del resto, sono le calzature dei gondolieri veneziani da decenni”.
Anche le confezioni sono curate, nella forma e nei materiali: si va dagli eleganti sacchi in tessuto alle scatole rivestite in velluto lilla che richiamano il colore del brand, per i modelli più pregiati. In alcune confezioni Babouches Frulan inserirà anche delle salviette igienizzanti per pulire la scatola: una piccola attenzione al cliente in tempi in cui le precauzioni non sono mai troppe.
I primi lotti di produzione sono quasi ultimati e pronti per la vendita. I test di mercato preliminari hanno dato ottimi riscontri e i prototipi, realizzati dopo una lunga fase di studio, prova e sperimentazione, sono andati a ruba in pochi giorni. Allo stesso modo, sono moltissime le persone che si sono iscritte alla newsletter e che già seguono l’azienda su Instagram e Facebook.
Entro una decina di giorni le calzature di Babouches Frulan potranno essere acquistate online, sul sito dell’azienda che verrà lanciato a breve: per Arianna e Carlo Alberto la prima sfida è vinta.
Link utili:
Sito web: http://www.babouchesfrulan.com/
Facebook: https://www.facebook.com/babouchesfrulan/
Instagram: https://www.instagram.com/babouchesfrulan/
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