Museum the original è uno storico brand dell’outerwear italiano che da 35 anni propone capispalla e abbigliamento athleisure. Nata come importatore di capi canadesi, l’azienda ha iniziato a creare collezioni originali oltre vent’anni fa e ora è uno dei leader di mercato nel proprio settore. Con la campagna di lancio della collezione Primavera – Estate 2021 Museum vuole dare un segnale forte: ripartiamo, dalla nostra vita quotidiana.
Come nasce l’abbigliamento Museum the original
“L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito”: è una frase della poetessa canadese Anne Carson, e non l’ho scelta a caso. Museum the original nasce proprio da un viaggio in Canada, nel 1986. Alcuni amici decidono di partire, zaino in spalla e tanta voglia di scoprire gli spazi immensi di uno dei paesi più grandi del mondo. Le metropoli e i piccoli centri, ma soprattutto le distese sconfinate delle foreste, i grandi laghi, le montagne aspre e bellissime.
Siete mai stati in un posto freddo, ma davvero freddo? Il mio record è – 21 gradi, in Romania: e vi assicuro che mi è bastato. In Canada siamo appena sotto il Circolo Polare Artico: la gente si attrezza per combattere il clima rigido con un abbigliamento caldo, comodo e resistente. Ci sono persone, poi, che sono obbligate a fronteggiare le intemperie per lavoro: pensate all’esercito, ma anche agli elicotteristi e agli spedizionieri, che in un paese vastissimo come il Canada hanno un ruolo fondamentale. Per proteggersi dal freddo indossano giacche e giacconi speciali, che a metà degli anni ’80 nessuno conosceva in Italia.
Il gruppo di amici ha un’idea: importare giacche, piumini e capispalla nel nostro paese con un proprio marchio, stringendo accordi con i produttori canadesi. Il progetto si concretizza: nasce il brand Museum a Thiene, in provincia di Vicenza. Il nome rimanda alla scelta accurata dei capi, ma anche ad un progetto che prende vita grazie all’incastro di idee diverse: come un mosaico, appunto.
La volontà di rispondere in modo più mirato ai gusti e alle esigenze dei clienti italiani spinge i fondatori a creare una propria collezione. È il 2000 e l’azienda si rinnova: nel laboratorio creativo si studiano capi che, per linee e taglie, marcano la differenza rispetto alle origini rifacendosi allo stile italiano, anche nella cura delle finiture e dei dettagli. Un’evoluzione stilistica, ma soprattutto un percorso di ricerca continuo su tessuti e materiali.
I prodotti Museum
Athleisure: un termine sempre più utilizzato nel settore della moda. Il nome è la sintesi tra attività sportiva (athl-) e tempo libero (leisure, in inglese) e definisce i capi creati per essere indossati sia per fare sport che come abbigliamento casual. Vestiti per le attività all’aperto, ma anche una passeggiata in centro, per il lavoro in contesti non troppo formali, per un aperitivo con gli amici: situazioni in cui sentirsi comodi e a proprio agio senza rinunciare allo stile.
Secondo i dati di uno studio condotto da Grand View Research nel 2020, il giro d’affari del settore è arrivato a toccare i 79,4 miliardi di dollari nel 2019. Gli effetti della pandemia si sono fatti sentire, con una diminuzione del 20% e un conseguente calo del mercato a 63,2 miliardi di dollari: si tratta però di un effetto passeggero, con una crescita annua prevista del 5% da qui al 2027, quando ci si aspetta che il giro d’affari arrivi a 117,4 miliardi.
A trainare il mercato, il cambio delle abitudini di vita, con una maggiore attenzione verso la sostenibilità e la necessità di mantenere una buona forma fisica. I millennials, i giovani nati tra l’inizio degli anni ’80 e la metà degli anni ’90, contribuiscono a consolidare la tendenza. Secondo una ricerca condotta da PwC – PricewaterhouseCoopers nel settore dell’abbigliamento sportivo, il 59% dei millennials afferma di essere più attento al proprio benessere fisico e mentale. Inoltre, il 90% dei giovani (includendo anche la fascia dei nati tra il 1996 e il 2010), è sensibile al tema della sostenibilità.
La ricerca di PwC individua quattro trend specifici:
- Crescita del segmento athleisure anche in Italia, con confini molto meno netti tra abbigliamento casual e formale.
- Attenzione alla sostenibilità, sia nel ciclo produzione – consumo – smaltimento, sia nella destagionalizzazione delle collezioni.
- Incremento delle vendite nel settore di alta gamma, anche nell’abbigliamento sportivo e athleisure.
- Innovazione nei materiali e digitalizzazione, per migliorare la customer experience.
In questo contesto si inseriscono anche i prodotti Museum the original. L’azienda si posiziona nel comparto luxory e sceglie di cogliere alcune delle tendenze di mercato più significative.
- Materiali innovativi: imbottiture termiche (come il Thermore) e tessuti tecnici selezionati vengono testati in Italia per migliorare le performance del prodotto in termini di comfort, funzionalità e resistenza.
- Capi casual che si adattano ad essere utilizzati anche in contesti più eleganti, come nel caso del trench, che Museum ripropone nella nuova collezione.
- Ecosostenibilità: l’ultima capsule collection di Museum the original, con imbottitura naturale e tessuto in filato poliammidico biodegradabile, se smaltita correttamente è biodegradabile al 100% in tre anni, incluse cerniere ed etichette.
Oltre ad andare incontro ai gusti dei clienti e alle tendenze di mercato, la collezione PE 2021 vuole dare un segnale di rinnovamento e di rinascita. E lo fa usando un gesto quotidiano, autentico e antico: il bacio.
“Il bacio”: la nuova campagna PE 2021 di Museum the original
Strade vuote, parchi deserti e nebbiosi, università e scuole senza anima viva: in bianco e nero, come se il tempo si fosse fermato. Scene che raccontano di abitudini stravolte, di regole nuove, di incertezza. “Stiamo ripartendo, con prudenza”: le parole accompagnano le immagini che scorrono, quasi in punta di piedi. Forse non è ancora un’affermazione, piuttosto un augurio incerto… o forse no.
No. A dare forza e colore ad un messaggio che è più di una speranza ci sono loro: i protagonisti della campagna di lancio della collezione PE di 2021 Museum. Una mamma, una figlia e alcune coppie che si scambiano abbracci, coccole e carezze. E si baciano: nelle piazze, per le strade, negli angoli delle città dove vivono.
Credit: Museum the Original Credit: Museum the Original
Un bacio vuol dire mostrare al mondo la semplicità di una storia d’amore, la complicità, la bellezza di un sorriso che si accende, occhi negli occhi. Loro l’hanno fatto per la nuova campagna di Museum the original: non sono modelli ma persone comuni. Uomini e donne che, come tutti, negli scorsi mesi hanno dovuto cambiare abitudini: e che raccontano un pezzetto della loro esperienza con la semplicità autentica delle storie quotidiane.
Ci sono Jennifer e Daniele, ad esempio: hanno in comune la passione per l’alpinismo e si sono conosciuti in montagna. Il tempo trascorso in casa, 50 metri quadri di appartamento in tutto, è stato tempo per riscoprire le proprie passioni. I due ragazzi hanno inventato un gioco, immaginando di essere al riparo in una tenda mentre fuori infuriava la bufera: “Come in una vera spedizione, non ci potevamo permettere il lusso di litigare”, raccontano.
Mattia e Benedetto, invece, si sono fidanzati lo scorso luglio. Il ristorante di Mattia ha ridotto l’attività per le chiusure imposte dalle restrizioni in vigore, ma i due ragazzi approfittano della situazione per vedersi più di frequente, con il cuore già rivolto ad un ritorno alla normalità che si fa più vicino.
Francesco e Sara hanno vissuto una storia a distanza lunga cinque anni: prima di iniziare a convivere lui, veneto, andava a trovare lei in bicicletta in Toscana. Sì, avete letto bene: trecento chilometri in bici o giù di lì. A marzo 2020 la convivenza era già iniziata e la coppia ha vissuto la pandemia fianco a fianco, un giorno alla volta.
Per Martina e Federica il saluto quotidiano prima di uscire la mattina aveva un sapore diverso. Martina, infatti, è un’operatrice socio-sanitaria: durante la pandemia il rischio di non rientrare a casa per una quarantena nella struttura dove lavora era concreto. Ora scambiarsi baci e attenzioni nella piazza della loro città, per le due ragazze significa libertà ritrovata.
Raffaella e Marta sono madre e figlia: un rapporto complice e sereno e molto tempo trascorso insieme. Hanno avuto la fortuna di restare vicine durante il lockdown ma anche a loro, come a tutti, mancano i gesti spontanei di sempre: scoppiare a ridere, stringersi le mani, abbracciarsi. Li aspettano, questi gesti, e immaginano così il ritorno alla normalità: “Apprezzeremo ancora di più tutto ciò che per molto tempo abbiamo dato per scontato“.
I protagonisti indossano i capi della nuova collezione, certo, ma “Il bacio” vuole essere qualcosa di più di una semplice campagna promozionale. Museum vuole lanciare un messaggio forte, dando voce a storie che parlano di speranza e rinascita in un momento in cui la moda, come molti altri settori, soffre le conseguenze della pandemia.
E voi, Lo avete mai detto con un bacio? Provateci: funziona.
Link utili:
Sito web: https://www.museumtheoriginal.com/
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