BirraGoGo è un e-commerce con dietro una passione: quella per le birre artigianali. Birre europee e da oltreoceano, selezionate tra le migliori proposte sul mercato. Un sito che è anche una piccola chicca per appassionati e curiosi, con tante spiegazioni, aneddoti e suggerimenti. L’estate è qui, gli amici pure… e allora, facciamoci una birra, con BirraGoGo!
I prodotti di BirraGoGo
L’e-commerce di BirraGoGo è un’avventura nata dall’amore per le birre artigianali. Dietro, una squadra con una lunga esperienza nel settore e un’ottima conoscenza dei meccanismi della distribuzione. Oggi BirraGoGo offre più di 400 birre da venti paesi differenti.
Difficile trovare la vostra? Non vi do torto! Il sito, però, ci viene in aiuto, con tre criteri di ricerca diversi:
- Colore della birra: sapete che differenza c’è tra una bionda e un’ambrata? E tra una rossa e una scura? Non è solo questione di colore, ma anche di tecniche di produzione. Su BirraGoGo trovate tutte le informazioni che servono per orientarvi.
- Paese di provenienza: diciannove nazioni in Europa, oltre a Canada e Stati Uniti. Conosco abbastanza bene le birre belghe e mi sono fiondata a curiosare: tra blanche, kriek e lambic, ho scoperto che in Belgio ci sono duecentocinquanta birrifici artigianali con oltre 1500 etichette diverse. Su BirraGoGo ne troviamo più di sessanta, e scusate se è poco.
- Stile di birra: sapore, tecnica di produzione, aspetto: sono solo alcuni degli elementi che definiscono lo stile di una birra. Un discorso per esperti: selezionare una birra a seconda dello stile vuol dire sapere di cosa si parla. Eppure BirraGogo riserva più di qualche sorpresa: anche a chi se ne intende.
Ogni birra è schedata, con la precisione e l’ironia delle foto segnaletiche nei film western. E allora, wanted: “Cerco una birra capace di sorprendermi“. Giusto per restare in tema, mi presentano una scura da cowboy. Una birra ispirata al Messico, raccontano i ragazzi di BirraGoGo: infatti, viene prodotta con peperoncini messicani e invecchiata in botti di Tequila e Bourbon. Colpo di scena: è una birra estone.
Tra le birre artigianali in vendita nell’e-commerce di BirraGoGo c’è una sezione dedicata alle novità: le ultime scoperte di questi cercatori d’oro spumeggiante e di bronzo aromatico. Per trovare le nuove proposte da inserire in catalogo si spazia, senza preclusioni né pregiudizi. Così, accanto alle birre tedesche o inglesi, ecco fare capolino la Spagna e le sue birre nate da storia, azzardi e contaminazioni. E, lasciatemelo dire, con lattine e bottiglie che sembrano murales: belle da morire.
Lo so, state già pensando alla prossima partita o alla prossima cena con gli amici. La domanda è inevitabile: quanto ci vuole perché la birra arrivi a casa vostra? Dai 3 ai 7 giorni. E c’è anche un servizio pensato apposta per ristoranti, bar e hotel.
Dove si trova BirraGoGo
Il quartier generale dell’azienda è a Milano: BirraGoGo, infatti, non è solo un e-commerce di birre artigianali, ma un luogo fisico, con un vero e proprio pub contemporaneo in aggiunta. Tantissime birre da tutto il mondo, 36 vie di spillatura e tanti appuntamenti per gli amanti della birra: serate di degustazione, showcooking, eventi di formazione.
Se siete in città, vale la pena di fare una capatina da BirraGoGo: e se avete un po’di tempo in più, vi lascio qualche idea su cosa fare e cosa vedere. Il Duomo di Milano, il Castello Sforzesco, Sant’Ambrogio, la Pinacoteca di Brera e il Cenacolo sono i “must” da non mancare. Il web, però, è pieno di informazioni su questi luoghi bellissimi. Io qui voglio suggerirvi luoghi poco conosciuti e dritte da milanesi doc: infatti ho chiesto aiuto a Francesca, una cara amica di Milano.
Iniziamo smontando un luogo comune: Milano non ha spazi verdi. Al contrario, in città ci sono parchi e giardini storici perfetti per una passeggiata rigenerante. Come il Parco Indro Montanelli, vicino a Porta Venezia: aperto nel 1784 sotto gli Asburgo, fu il primo giardino pubblico della città. I viali con alberi secolari, il laghetto, il museo di storia naturale, la bellissima cupola del Planetario: i giardini Indro Montanelli somigliano al Retiro di Madrid in miniatura.
A poca distanza, l’Orto Botanico dell’Accademia di Brera, con cinquemila metri quadri di verde e oltre trecento specie vegetali. Fondato nel 1774 per ordine di Maria Teresa d’Austria, negli anni è stato dimenticato: dopo un accurato intervento di recupero, ha riaperto le porte al pubblico nel 1998. A pochi passi, alcuni dei più grandi capolavori dell’arte di tutti i tempi: una combinazione perfetta che merita una visita.
Una camminata appena più lunga e in mezz’ora si raggiungono Via Lincoln e il Quartiere Giardino, con le sue casette coloratissime. Un viaggio fuori dal tempo, in un’altra dimensione lontanissima dalla frenesia della metropoli. Definita spesso “la Burano milanese“, la zona è stata progettata nell’800 da una cooperativa edilizia che voleva offrire casette a prezzi accessibili agli operai che lavoravano nelle vicinanze. Passeggiare nel quartiere vuol dire rilassarsi circondati dal verde dei giardini, ma anche scoprire qualche negozio insolito e qualche ottima pasticceria.
Prendendo la linea 9 del tram, da Quartiere Giardino in poco più di venticinque minuti si raggiunge la zona dei Navigli. Qui si trova il Vicolo dei Lavandai, dove ancora resistono i lavatoi in pietra usati dall’ 800 in poi per lavare la biancheria. Ad occuparsene, per le famiglie più ricche, la Confraternita dei Lavandai, votata a Sant’Antonio da Padova. Il Santo è ricordato anche da un altare nella vicina chiesa di Santa Maria delle Grazie ai Navigli.
A pochi passi, troviamo la piazza dove venivano scaricate le merci trasportate quando i Navigli erano ancora una delle principali vie commerciali della regione. Ora i celebri canali milanesi hanno perso la loro funzione originaria, trasformandosi in una delle zone più pittoresche della città: entrate nei negozi vintage e alternativi, fermatevi a chiacchierare con gli antiquari e curiosate nelle librerie.
Dopo una giornata del genere, sete e stanchezza si fanno sentire: e allora, perché non concludere il giro in bellezza da BirraGoGo? Scegliete la vostra birra spillata sul posto, appoggiatevi allo schienale della sedia e godetevi il primo sorso, freschissimo: ve l’avevo detto che ne sarebbe valsa la pena!
Birre artigianali: quanto mi piacciono?
Tanto. E, a giudicare dai numeri, non sono certo l’unica. Secondo le cifre di Assobirra gli italiani nel 2019 ne hanno bevuto venti milioni di ettolitri, cioè più di 34 litri a testa. Se poi parliamo di birre artigianali, in un anno le vendite sono cresciute del 3,6 %, secondo le rilevazioni di CDA – Consorzio Distribuzione Alimentare.
Il nostro paese è quarto in Europa per presenza di birrifici artigianali: in Italia ce ne sono 757. Prima di noi, solo Regno Unito, Germania e Francia. Il numero totale? 8.490 sull’intero continente (Dati Unionbirrai 2019). I consumatori scelgono sempre di più la birra artigianale perché vogliono una bevanda naturale, tracciabile e sostenibile. Una scelta di testa, ma anche di cuore.
Pensate a quante storie, a quanta sapienza e a quanta passione ci vogliono per fare una buona birra artigianale. Siete mai stati a conoscere un mastro birraio? Io sì, fin da piccola: una parte della mia famiglia vive in Belgio e io sono cresciuta con il mito delle birre di abazia, magari accompagnate da formaggio e pane nero. O, se preferite, da ravanelli, erba cipollina e formaggio bianco, nel caso delle Kriek fruttate.
Incontrare un produttore di birra artigianale vuol dire conoscere un uomo – o una donna, perché le artigiane della birra sono sempre di più – che ha trasformato una passione in mestiere, e non uso il termine a caso. Sì, perché per creare una birra artigianale ci vuole mestiere: conoscenza tecnica e preparazione, ma anche creatività, esperienza sul campo e un certo gusto per l’azzardo.
Una birra artigianale è gioia per i cinque sensi, nessuno escluso. L’udito, quando la birra viene stappata e versata nel bicchiere. Il tatto, mentre le nostre dita si chiudono attorno al boccale, fresco e scivoloso. La vista, che pregusta l’assaggio dorato o ambrato. L’olfatto, per cogliere subito i sentori più evidenti. E infine il gusto: che sia una pale ale profumata e beverina, o una stout con note di caffè e cioccolato, la birra coinvolge, appaga, a volte sorprende.
Il mastro birraio è lì per accompagnarvi: raccontandovi la storia di un’etichetta, spiegandovi come ha scelto il luppolo giusto, parlando della conservazione della bevanda. A metà tra un cerimoniere e un vecchio amico, vi racconterà la sua storia e vi inviterà all’assaggio. Prendetevi tempo e ascoltatelo: non sarà mai tempo perso.
A proposito, si fa presto a dire birra artigianale, ma sapete che caratteristiche deve avere una birra per definirsi tale?
- Il processo produttivo: no alla microfiltratura e niente pastorizzazione, per dare modo ai lieviti di lavorare anche dopo la produzione. Il gusto particolare di molte birre artigianali dipende anche da questo.
- La selezione delle materie prime: ingredienti scelti, spesso provenienti dal territorio, e nessun additivo. Per questo i tempi di conservazione sono ridotti. Volete gustare tutto il sapore della birra artigianale? Meglio berla in fretta!
- La creatività del Mastro Birraio: accostamenti di ingredienti particolari, esperimenti sui metodi di fermentazione, a volte qualche follia. Senza il tocco magico del loro creatore le birre artigianali non sarebbero la stessa cosa.
- Il prezzo: dopo avervi raccontato come nasce una birra artigianale, non è difficile capire come mai costi un po’di più, vero?
BirraGoGo ricerca le migliori birre artigianali da tutto il mondo per presentarle nella vetrina del suo e-commerce. Scelta difficile ma appassionante, per i ragazzi, così come sono appassionanti le loro storie di birra. Il mio suggerimento è semplice: scegliete la birra per colore o per paese di provenienza, e poi lasciate che sia il fascino del racconto a guidarvi. Ogni birra ha la sua storia: ne troverete una che aspetta solo voi. Alla vostra!
Link utili:
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