Giocareporter: il giornalismo fatto dai bambini

Giocareporter
(Credit: Mariella Roberto)

Giocareporter: il progetto che parla di giornalismo ai bambini dai sei ai dieci anni. E che non si limita a parlarne, perché coinvolge i piccoli partecipanti in laboratori e attività per capire, sperimentare, mettersi alla prova come una vera redazione.

Anima del progetto è Mariella Roberto, giornalista ed educatrice, che lo sta sperimentando in collaborazione con il centro educativo Qbhalo di Baveno.

Cos’è Giocareporter

Duemilaventi: annus terribilis, che però ha fatto nascere anche moltissimi nuovi progetti, pensati per portare novità, coinvolgimento e stimoli. Specie ai gruppi che, più di altri, hanno sofferto gli effetti della pandemia.

Così è stato anche per Giocareporter. “L’idea è arrivata mentre lavoravo come educatrice al centro estivo organizzato da Qbhalo a Baveno, a poca distanza da Stresa, la città dove vivo”, racconta Mariella.

Naturale per lei pensare ad un progetto legato al mondo del giornalismo: Mariella Roberto, infatti, è una giovane giornalista che ha avuto modo di lavorare in diversi ambiti, dalle agenzie di stampa alle redazioni delle emittenti radiofoniche, fino all’esperienza della stampa politico – parlamentare.

Per sviluppare l’idea e trasformarla in un vero e proprio progetto educativo, Mariella chiede aiuto a Elena Asti, psicologa che lavora presso il centro Qbhalo. Insieme a lei, definisce il programma delle attività: una serie di appuntamenti periodici che spiegano ai bambini i fondamenti del giornalismo e li invitano a metterli in pratica.

“Io mi occupo della parte teorica, iniziando sempre con una piccola presentazione dell’argomento di ciascun incontro”, spiega Mariella. Che prosegue: “La vera sfida è riuscire a tradurre concetti complessi, trasformandoli in contenuti a misura di bambino”.

Mentre racconta, sorride: “I bambini sono bravissimi”, confida. Seduti in cerchio, si inizia con una presentazione che coinvolge i piccoli partecipanti e li spinge a fare domande o a raccontare la loro esperienza. “A volte basta un indovinello o un argomento che sentono vicino, come quello delle “cinque domande” del giornalista”.

Una foto di Mariella (Credit: Mariella Roberto)

A stimolare la conversazione, i temi più familiari ai bambini: lo sport, il cinema, le notizie curiose che riguardano gli animali. Spesso si usano giornali e quotidiani: Mariella, però, prepara con cura i materiali per le attività, evitando contenuti poco adatti ai bambini.

“L’argomento più forte che abbiamo toccato è stata la messa in scena di un incidente stradale, durante l’incontro dedicato a raccontare come nasce un TG”. Questo non vuol dire che non si approfondiscano argomenti importanti, come ad esempio il tema della sostenibilità, parlando dell’acqua.

Del resto, non potrebbe essere altrimenti: Mariella Roberto, infatti, fa parte del gruppo di giornalisti che stanno facendo crescere News48, il primo network italiano di giornalismo costruttivo.

Il programma di attività

Giocareporter si sviluppa secondo un programma che prevede un incontro tematico al mese: due ore di attività al sabato pomeriggio.

Se Mariella si occupa della componente teorica dell’iniziativa, è Elena ad affiancarla nella preparazione degli appuntamenti, curando l’aspetto psicologico legato alle reazioni e alle interazioni. I contenuti di dettaglio sono studiati con cura, mese dopo mese. “Quando si lavora con gli stessi bambini per più appuntamenti, si impara a conoscere il loro modo di fare e le loro inclinazioni. E si adattano le attività in base alle caratteristiche del gruppo”, spiega la giornalista stresana.

Lo ammetto: quando ho letto per la prima volta il programma di Giocareporter mi sono chiesta se gli argomenti non fossero toppo “tecnici”. Tra i temi degli appuntamenti ci sono, ad esempio:

  • Scrivere un articolo di giornale;
  • Realizzare un’intervista;
  • Preparare un comunicato stampa;
  • Organizzare una conferenza stampa;
  • Scrivere ed esporre le notizie per un TG.

L’intero progetto, però, si sviluppa sotto forma di gioco. Come è successo per l’incontro dedicato alla conferenza stampa: Mariella ed Elena hanno immaginato che una troupe che stava girando un film fosse interrotta dallo sbarco di un gruppo di alieni. Che, naturalmente, hanno rivolto tantissime domande al regista e agli attori, proprio come in una vera conferenza stampa.

Durante gli incontri, i bambini si dividono in gruppi, ciascuno corrispondente a una una piccola redazione. Ogni partecipante sceglie il proprio ruolo, in base alle sue inclinazioni, alle sue capacità e al tipo di attività da realizzare.

Giocareporter: blogging
(Credit: Mariella Roberto)

Mariella racconta, ad esempio, che nell’appuntamento centrato sul blogging i bambini dovevano immaginare di scrivere un racconto di viaggio legato a una città. Ognuno ha scelto di raccontarne aspetti diversi, dai luoghi simbolo alle specialità gastronomiche, fino alla squadra di calcio locale. Una bambina di origine marocchina, poi, ha coinvolto il suo gruppo nella redazione di un articolo dedicato alla sua terra, con l’aiuto di Mariella ed Elena.

Perché partecipare

Coinvolgimento è davvero la parola chiave, quando si parla di Giocareporter. Durante le attività i bambini utilizzano tecniche espressive diverse, dalla scrittura fino al disegno. “A seconda dei casi, ci sono bambini che si trovano più a loro agio con le parole, altri che preferiscono occuparsi di grafica e immagini, altri ancora che si contendono il microfono, quando c’è da parlare in pubblico”, racconta Mariella.

Che cura il suo progetto con passione e attenzione, ma è anche aperta alle critiche. Una collega giornalista, ad esempio, le ha fatto notare che il suo progetto potrebbe dare un’idea falsata del giornalismo, semplificandone la complessità.

In realtà, spiega Mariella, il giornalismo non è il fine di Giocareporter, ma il mezzo che l’iniziativa utilizza per aiutare i bambini di sviluppare competenze importanti. Ad esempio:

  • Migliorare la capacità di comunicare, in forme diverse;
  • Abituarsi al confronto, all’organizzazione, alla gestione dei piccoli conflitti;
  • Migliorare il linguaggio e la capacità di lettura e scrittura;
  • Per i più timidi, vivere un’esperienza che li incoraggi a lasciarsi coinvolgere senza timore.

Ora Mariella sta lavorando per far conoscere il suo progetto ai media, ai comuni e alle scuole: gli istituti della sua zona, ovviamente, ma anche quelli di altre regioni. Grazie ai contatti di un amico giornalista, infatti, ha potuto presentare Giocareporter agli studenti di una scuola superiore in Campania.

“Mi hanno stupito l’interesse e l’entusiasmo con cui mi hanno accolta, insieme ai loro insegnanti”, racconta Mariella. Molte delle loro domande hanno riguardato i temi del progetto, altre si sono concentrate sul suo percorso professionale come giornalista.

Far conoscere il mondo del giornalismo a bambini e ragazzi, anche nelle scuole, significa proporre un’attività culturale diversa ma ricca di contenuti. “In questo periodo c’è bisogno di iniziative che stimolino la creatività e il senso critico, ma che lo facciano in modo leggero e coinvolgente”: Mariella ne è convinta, e i risultati le danno ragione.

Giocareporter: TG
(Credit: Mariella Roberto)

I bambini, infatti, sono entusiasti dell’esperienza, anche perché durante le attività si mettono in gioco per creare qualcosa di molto concreto: articoli, comunicati stampa, elaborati grafici che poi possono portare a casa e mostrare alle famiglie.

E i genitori? “Spesso rimangono stupiti da quello che i loro figli riescono a creare”, racconta Mariella. Che aggiunge: “Mi piacerebbe che Giocareporter diventasse un’occasione per far riavvicinare anche gli adulti al mondo del giornalismo, nelle sue diverse forme”.

Link utili:

Sito web: https://www.mariellaroberto.it/giocareporter-progetto-di-giornalismo-per-la-scuola-primaria/

Linkedin: https://www.linkedin.com/in/mariella-roberto-688a1946/

Facebook: https://www.facebook.com/mariella.roberto.9

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