Qualche settimana fa sono stata a visitare Castelbrando, un bellissimo castello a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso.
Chiamarlo solo “castello” è riduttivo: l’imponente maniero, che domina dall’alto le Colline del Prosecco tra Conegliano e Valdobbiadene, è infatti anche hotel, centro benessere, centro congressi. Per non parlare dei ristoranti, dell’enoteca dei teatri e del teatro tenda all’aperto.
Con la voglia di ritornarci per un weekend in coppia, stavolta abbiamo visitato i giardini e gli spazi storici, insieme ai bambini. Un bellissimo pomeriggio di scoperta: merito del castello, certo, ma anche di Gloria, la nostra bravissima guida.
Storia del castello
Il tour dura poco più di un’ora e parte dal giardino, uno dei luoghi più suggestivi di Castelbrando. Dal cortile affacciato sulla vallata si gode una vista incantevole e il prato curato e il piccolo pozzo invitano a una sosta.
Qui Gloria ci ha raccontato la storia del castello. Io cercavo di tradurre il suo racconto in parole semplici per i bambini, ma è davvero bastato poco: perché lei raccontava in modo avvincente, modulando la voce e attirando la nostra attenzione su aneddoti e piccoli segreti.
Il primo insediamento nell’area su cui sarebbe sorto Castelbrando risale all’epoca paleoveneta, proseguendo poi ai tempi dei romani e dei longobardi. La piana circostante, infatti, era probabilmente paludosa e gli abitanti del luogo cercavano un’area più salubre e sicura.
La costruzione di un primo edificio fortificato risale probabilmente al decimo secolo, all’epoca delle invasioni dei barbari provenienti da est. Nel 962 l’imperatore Ottone I di Sassonia nominò conte il vescovo di Ceneda, includendo tra i territori amministrati anche la zona di Castelbrando.
Nel periodo successivo, il vescovo – conte affidò il piccolo feudo a diversi vassalli appartenenti alle famiglie più in vista del territorio, come i Da Porcia, i Colfosco e i Da Camino. Saranno proprio i Da Camino ad aggiungere una cinta di mura e a costruire la torre centrale.
Verso la metà del Trecento, il maniero venne ceduto da Rizzardo IV Da Camino alla Serenissima, in cambio di un grosso prestito. La Repubblica di Venezia, a propria volta, lo assegnò come ricompensa dei servigi resi in guerra a due capitani di ventura: Brandolino IV da Bagnacavallo ed Erasmo da Narni, detto il Gattamelata.
Quest’ultimo, dopo qualche tempo, riprese la vita militare, vendendo l’intero castello alla famiglia dei Brandolini, che più di ogni altra contribuì alla sua prosperità. Furono i Brandolini, infatti, ad ampliare il castello, con ricchezza e gusto. Le scelte architettoniche rispecchiavano la loro condizione facoltosa, e a indicarlo bastano due o tre annotazioni:
- Gli stemmi decorativi dipinti sulla facciata principale rivolta alla valle rimandavano a immagini di ricchezza e potenza. Si trattava però di una celebrazione dello status della famiglia, più che di un avvertimento al nemico: il castello era sicuro e ricco, e non temeva attacchi. In caso di necessità, però, le pitture murarie ricordavano ai malintenzionati: “Qui governa una famiglia di guerrieri“.
- Alcune delle architetture tradizionalmente destinate alla difesa e alla vigilanza, come la torre, non avevano più funzione difensiva.
- Nel castello i proprietari godevano di lussi e comodità, anche in anticipo sui tempi: basti pensare all’impianto di riscaldamento alimentato da una grande stufa esterna, che convogliava l’aria calda nelle stanze attraverso una rete ben organizzata di condotte.
I conti Brandolini mantennero la proprietà di Castelbrando fino al 1959: in quell’anno il castello fu venduto all’ordine dei Salesiani e utilizzato come centro studi.
Attualmente Castelbrando è proprietà di un’azienda privata, che lo ha restaurato creando un polo ricettivo e turistico di alto livello.
Cosa vedere a Castelbrando
Lo dicevo all’inizio: stavolta abbiamo visitato il castello concentrandoci sulle sue attrattive storiche, ma Castelbrando a Cison di Valmarino offre diverse possibilità, anche per chi vuole fermarsi più di una giornata. Ma procediamo con ordine, e torniamo alla nostra visita guidata.
Dopo aver lasciato il cortile, un angolo fresco e raccolto protetto dalla merlatura, ci siamo diretti verso la torre. Qui Gloria ci ha mostrato la parte dell’edificio dove risiedeva la guarnigione. Oggi i locali sono stati trasformati in un bar sofisticato ma accogliente, con piccoli tavolini accolti nelle nicchie della torre.
C’è però un angolino che dà testimonianza diretta della vita quotidiana di un tempo. A scoprirlo, su invito della nostra guida, sono stati i bambini. Di cosa si tratta? No, questo non ve lo dico: vi rovinerei la sorpresa.
La nostra visita è proseguita verso la hall dell’hotel, attraverso una scala che ci ha condotto in un’area sotterranea divisa in tre sale. Qui abbiamo potuto ammirare una raccolta di armi e ricostruzioni di armature, dalla più antica alla più recente. Inutile dire che i piccoli visitatori sono rimasti affascinati, anche perché ogni pezzo esposto aveva le sue particolarità: lunghe lance, cotte di maglia pesanti, copricapi più o meno funzionali a seconda del ruolo e delle possibilità economiche di chi li indossava.
Alcune delle armi e una parte dell’equipaggiamento da battaglia sono reperti originali ritrovati proprio a Castelbrando. L’ultima sala espositiva, invece, presenta gli abiti indossati dai nobili nel tempo e strumenti musicali antichi di epoche diverse. Piccola chicca: attraverso un’installazione interattiva, è possibile ascoltare il suono di ogni strumento.
Ritornati nella splendida hall, abbiamo raggiunto la sala principale del castello attraverso l’ampia scalinata. Sarà il tappeto rosso, oppure i lampadari veneziani, o forse le armature delle nicchie laterali: fatto sta che basta un attimo per raddrizzare le spalle e sentirsi una nobildonna o un cavaliere d’altri tempi.
Attenzione, però: ogni luogo ha la sua simbologia. La scalinata è lunga, e il signore di Castelbrando la utilizzava per chiarire da subito qual era l’accoglienza che i visitatori dovevano aspettarsi. Se scendeva i gradini fino a metà scalinata, l’ospite era gradito, ma se si degnava di fare appena qualche gradino per andargli incontro… beh, la conversazione successiva non sarebbe stata delle più amichevoli.
La sala grande, utilizzata per eventi e banchetti, è spettacolare: dal soffitto travato alle pareti affrescate, tutto parla di ricchezza e splendore. Merito di un restauro sapiente, che valorizza lo spazio riservandogli l’importanza che merita. Qui Gloria ci ha raccontato alcuni episodi riguardanti l’amministrazione del castello, dal governo economico del feudo alla giustizia: eventi, scelte e avvenimenti quotidiani di una lungimiranza sorprendente.
Passando sotto un piccolo arco, lungo una scaletta stretta, abbiamo poi visitato le prigioni, con la ricostruzione di alcune scene di giudizio e tortura, documentate anche dai pannelli sulle pareti. La visita si è poi conclusa all’esterno, in un incantevole giardino riparato sotto le mura. Qui abbiamo potuto visitare brevemente la piccola cappella di San Martino, completamente restaurata, e poi goderci il fresco degli alberi e la grazia degli spazi che invitano alla sosta e al relax.
Perché visitarlo
Se volete programmare una visita a Castelbrando, fatelo con calma: vale la pena di fermarsi anche più di un giorno, specie per chi arriva da fuori.
Per raggiungere il castello in auto conviene arrivare all’uscita Vittorio Veneto Nord della A27 e poi seguire le indicazioni per Follina e Valdobbiadene. Basta un quarto d’ora o poco più per arrivare a Cison di Valmarino: godetevi l’ultimo tratto, che si snoda tra le bellissime colline del Prosecco, patrimonio dell’Unesco.
I visitatori possono lasciare l’auto al parcheggio, un ampio piazzale proprio sotto la collina dove sorge il castello. Da lì, una comodissima funicolare porta direttamente all’ingresso: il costo per la salita è di un euro a persona.
Il centro visite del castello è aperto tutte le domeniche:
- Nel periodo da aprile a settembre: dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30;
- Nei mesi da ottobre a marzo: dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
Negli altri giorni, le aree museali ed espositive sono visitabili solo su prenotazione: sia nei giorni festivi che durante la settimana, la visita si effettua al raggiungimento del numero minimo di quattro partecipanti.
A fare da guida, educatrici museali preparate e capaci di coinvolgere tutto il gruppo, inclusi i più piccoli. La visita prevede due percorsi: il secondo, a differenza del primo, comprende anche la visita finale alla chiesetta di San Martino. Il prezzo del biglietto è di 10 euro per gli adulti (o 12 euro, con l’ingresso alla piccola cappella). I bambini fino a 5 anni non pagano l’ingresso, mentre i bambini dai 6 agli 11 usufruiscono dello sconto del 50%.
Se intendete esplorare il castello, vi suggerisco di contattare il centro visitatori o di scrivere una mail, per verificare orari di apertura e prenotazioni: 0438-976011 oppure visite@castelbrando.it.
Perché scegliere di visitare Castelbrando? Ecco alcuni dei miei motivi preferiti:
- Ospiti e visitatori hanno l’impressione di vivere tra due epoche: il presente, con la cura dei restauri recenti e le accoglienti sale dell’hotel, e il passato, con la suggestione degli eventi storici di cui il castello è stato testimone.
- La preparazione delle guide. Storie, leggende, piccole chicche e angoli nascosti: per loro il castello non ha segreti. I bambini ascoltavano racconti e avvenimenti a bocca aperta, sempre in prima fila e pronti alla sorpresa successiva. E fate pure tutte le domande che volete: c’è tempo per ogni curiosità.
- L’incanto del luogo, immerso tra il verde delle colline e l’ombra degli alberi. Ogni prato, ogni gradinata di roccia, ogni viottolo è pulito e curato. Seguite le indicazioni per scoprire i punti panoramici più belli, dal giardino a terrazze fino al cedro del libano secolare, che a dicembre diventa l’albero di Natale più alto d’Italia.
Se visitate il castello a metà pomeriggio o verso sera, fermatevi per un aperitivo in uno dei tanti bar della struttura. A Castelbrando si può anche cenare: alla pizzeria La Fucina o al ristorante Sansovino.
E se volete davvero immergervi in pieno nell’atmosfera del castello, potete prenotare un soggiorno in hotel: dai pacchetti con cena e colazione incluse alle proposte per chi ama lo sport e la vita all’aria aperta, c’è l’imbarazzo della scelta. Io tornerò a provare il centro benessere: del resto, abito a meno di un’ora di strada.
Anche i dintorni del castello offrono molte mete da visitare. Eccone alcune da segnare in agenda;
- Il borgo di Cison di Valmarino, inserito nella lista dei più bei borghi d’Italia dal Touring Club. Godetevi una passeggiata nel piccolo centro storico, oppure lungo il fiume. E, se volete un consiglio, visitatelo nelle prime settimane di dicembre o verso metà agosto, quando la cittadina diventa teatro di Artigianato Vivo: uno dei più bei mercatini artigiani del nord Italia.
- Follina, con il suo borgo e la sua splendida abbazia romanica: da Castelbrando ci si arriva in appena dieci minuti. Un luogo di pace e raccoglimento, con il chiostro medievale e l’incanto dell’interno. A Follina ha sede anche il Lanificio Paoletti, antica manifattura in attività da oltre due secoli. Fino a qualche tempo fa era possibile prenotare una visita guidata all’azienda, che collabora da sempre con marchi prestigiosi della moda e del design.
- Una passeggiata nelle colline dei dintorni, partendo proprio da Cison o spostandosi più a sud, ad esempio per un’escursione al Molinetto della Croda di Refrontolo o ai castelli di Susegana e Collalto. Il primo apre le sue porte solo in rare occasioni, il secondo non è visitabile: ma dall’uno all’altro ci sono tre chilometri di paradiso, tra colline, pascoli e vigneti. Da Castelbrando ci si arriva in 25 minuti.
- La città di Conegliano, con il castello, il centro storico, la casa-museo dedicata al pittore rinascimentale Cima da Conegliano: dista appena mezz’ora da Cison di Valmarino.
E poi, non dimenticate che siete nella patria del prosecco. Ad ogni curva della collina preparatevi a trovare un ristorante, un’enoteca, un’osteria: insomma, un luogo dove fare una sosta all’insegna del buon cibo e del buon vino. Dai ristoranti più ricercati ai locali storici e veraci, fatevi consigliare dai locali: ne vale la pena.
Link utili:
Indirizzo: Via Brandolini 29, 31030 – Cison di Valmarino
Sito web: https://www.castelbrando.it/
Facebook: https://www.facebook.com/castelbrando
Instagram: https://www.instagram.com/castelbrando/