10 anni, 20 nazioni: è la Festa dei Popoli a San Vendemiano

La Festa dei Popoli di San Vendemiano, ormai alla decima edizione, non è più solo un appuntamento fisso del mese di maggio. Lungo tutto l'anno il calendario è fitto di eventi: serate di cucina, laboratori nelle scuole, occasioni di approfondimento e incontro

10 anni, un traguardo da festeggiare: e non potrebbe essere altrimenti, visto che stiamo parlando della “Festa dei Popoli” a San Vendemiano, in Provincia di Treviso.

Una festa senza confini

Primavera inoltrata: le giornate si allungano, le persone tornano ad uscire per incontrarsi. Quale momento migliore per organizzare una festa? E’ quello che devono aver pensato gli aderenti al Gruppo “Stili di Vita”, nato a San Vendemiano per parlare di sostenibilità e creare occasioni di incontro.

Così, nel 2011, ecco la prima edizione della “Festa dei Popoli”: due compagnie di danza folcloristica che portano sul palco i ritmi tipici dei loro paesi di origine e una cena aperta a tutti, la sera, per continuare a festeggiare. Dieci anni dopo, il Gruppo Festa dei Popoli è cresciuto, coinvolgendo persone provenienti da una ventina di paesi diversi che vivono nelle zone vicine a San Vendemiano: un gruppo eterogeneo per età, cultura, religione.

Una coloratissima foto di gruppo (Credit: Gruppo Festa dei Popoli)

Il calendario delle iniziative è fitto di appuntamenti ed eventi: i corsi di cucina per conoscere cibi e culture da tutto il mondo, le serate per approfondire temi di attualità, i laboratori con le scuole. E poi, naturalmente, la Festa dei Popoli, che è diventata un appuntamento fisso e che ogni anno vede aumentare il numero delle persone, dei gruppi partecipanti e degli stand delle associazioni.

I pregiudizi? Si combattono da bambini!

Durante i laboratori per le scuole elementari e medie si scelgono temi semplici, esperienze comuni ai bambini in tutto il mondo: le fiabe, le ninne nanne, le piante. Sapevate, ad esempio, che Cenerentola è cinese? Sì, la favola che tutti conosciamo è nata proprio in Cina, e da lì si è diffusa in tutto il mondo: e poco importa se in Marocco la bella fanciulla perde una cavigliera invece della scarpetta di cristallo, o se per gli indiani Zuñi del Nuovo Messico ad aiutarla non è la Fata Madrina ma… un tacchino!

Sono proprio differenze e somiglianze a risvegliare la curiosità dei bambini: di domanda in domanda, i più piccoli imparano a conoscere paesi e culture diverse. In Cina le parole diventano segni affascinanti tracciati con il pennello, in Africa – sorpresa! – non ci sono solo villaggi, ma grandi città piene di traffico. “I bambini accolgono con entusiasmo i volontari”, spiegano Chiara e Sara, le veterane del gruppo “Lavorare con loro è importantissimo: aiuta a sfatare stereotipi e pregiudizi, educa alla diversità come ricchezza, coinvolge le famiglie”.

Uno dei progetti più belli realizzati finora è la mostra “Il mio futuro senza confini”: centinaia di disegni provenienti da una ventina di paesi raffigurano l’idea che bambini e ragazzi hanno del futuro. “Alcuni sono arrivati a bordo di un camion, altri nella valigia di un missionario. In Messico li ho raccolti io mentre ero in viaggio per lavoro“, racconta Maria, un’altra volontaria del gruppo nata a Colima.

Il viaggio dei disegni, però, non è ancora finito: la mostra, allestita a San Vendemiano nel 2018, è diventata un progetto itinerante. Le è stato dedicato uno spazio al Festival Ritmi e Danze dal Mondo di Giavera del Montello e alla Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede: ora i disegni hanno varcato il confine per raggiungere Litjia, in Slovenia.

Parliamo di cose serie

Il Gruppo Festa dei Popoli organizza anche momenti di approfondimento su temi di attualità: la sostenibilità, il diritto all’istruzione, la percezione dello straniero. I relatori coinvolti arrivano dal mondo delle associazioni, dall’università, dalla società civile, o più semplicemente sono persone che scelgono di raccontare la loro storia.

Le Mondine di Modena, ad esempio, che hanno abbandonato casa e famiglia poco più che bambine nella prima metà del secolo scorso per lavorare nelle risaie del Piemonte, oppure Ernest, che racconta il suo viaggio verso l’Italia, i confini attraversati in Africa: parla anche dell’attesa in Libia, ma lì si ferma, perchè non vuole raccontare quel che ha dovuto subire.

Sono ancora una volta i più giovani a raccogliere queste testimonianze. Così, con il progetto “Epigrammi – Chi inferno non è”, i ragazzi del Liceo Classico di Conegliano ricostruiscono le storie dei migranti annegati nel Mediterraneo: danno un nome ad ognuno, nei limiti del possible, e ad ogni persona dedicano una breve poesia. Fermati, leggi, rifletti: questo è l’invito.

Come reagisce la gente di fronte a temi così controversi? Sara racconta: “La partecipazione non è ampia come vorremmo, ma nessuno ci ha mai criticato. D’altro canto, molte persone si avvicinano con diffidenza alle nostre attività, ma poi si lasciano coinvolgere e tornano all’appuntamento successivo”.

Fare tanto con poche risorse

Chiara, Sara e Maria parlano del torneo di calcetto, appuntamento fisso durante la Festa dei Popoli, e ridono quando raccontano delle serate di cucina dal mondo, veri e propri showcooking culturali, appuntamenti coloratissimi e pieni di sapore. “Ne proponiamo 5 o 6 nel corso dell’anno, ma non abbiamo nemmeno bisogno di spargere la voce: pubblichiamo il post dell’evento su facebook e i posti disponibili si esauriscono in pochissimo tempo” (Qui trovate gli appuntamenti di quest’anno).

Ma quanti sono, per riuscire a fare tutte queste cose? Pochi: una venntina in totale. E sono tutti volontari che lavorano con poche risorse: il ricavato delle serate di cucina e le sponsorizzazioni di alcune piccole aziende del territorio. (A proposito, se volete diventare sponsor della Festa, cliccate qui).

Ci piacerebbe riuscire a coinvolgere nuovi volontari, magari tra i più giovani”, dice Sara. “Nel nostro piccolo, vorremmo creare una comunità dove prima si incontrano le persone, poi ci si fa un’opinione su di loro. Creare comunità? E come?

Sì comincia così, un pomeriggio di maggio: ti incontro, mangiamo i tamales o la mamaliga allo stesso tavolo, facciamo festa insieme. Il giorno dopo ci salutiamo all’uscita della scuola andando a prendere i bambini, scambiamo quattro chiacchiere, scopriamo che abbiamo visto lo stesso film di cui tutti parlano ed esclamiamo, ridendo: “Era proprio una schifezza!”. La settimana successiva, poi, ci incrociamo per strada e tu mi offri un caffè al volo: scommettiamo che, arrivati a questo punto, quel che ci unisce è già più di quel che ci divide?

Link Utili:

Sito web: https://festadeipopolisanvendemiano.wordpress.com/

Facebook: https://www.facebook.com/festadeipopolisanvendemiano/

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