Cosa vuoi fare da grande? Ogni bambino prima o poi si sente rivolgere questa domanda. Capita qualcosa del genere anche a Denise quando, in quarta elementare, l’insegnante le chiede di disegnare il lavoro che vorrebbe fare da grande e lei si disegna maestra. Vent’anni dopo – attenzione, spoiler sul finale! – il sogno si realizza: Denise Casari Bariani crea il Centro infanzia Peter Pan, a San Donà di Piave, in Provincia di Venezia.
Una storia che parte da lontano
“Voglio fare la maestra”: una delle risposte più gettonate a nove anni, probabilmente subito dopo “ballerina” e subito prima di “giornalista”. Così Denise non dà molto peso all’episodio, anche se con i bambini ci sa fare, eccome: riesce a capirli, le basta poco, e i bambini lo sentono subito.
Dopo il liceo classico, a Rovigo, sceglie di iscriversi a lettere antiche (“Ho dato subito gli esami di greco, per non dimenticarmelo”): però qualcosa non torna, e lei non è soddisfatta. Inizia un periodo molto difficile: Denise combatte contro una malattia di quelle toste, ancora più toste per una ragazza di vent’anni. Gira gli ospedali, si rivolge a diversi medici, affronta un intervento molto delicato, che fortunatamente va per il meglio. Esce dalla malattia con una certezza: volere è potere.
La sua famiglia si trasferisce da Rovigo a San Donà di Piave e Denise inizia a lavorare prima in una pizzeria al taglio e poi come commessa: lavori che le permettono di conoscere gente in una città nuova, ma che le insegnano anche ad avere a che fare con persone di ogni genere.
Sognare, un passo alla volta
Nel frattempo, Denise sente rinascere il vecchio desiderio di insegnare e decide di iscriversi a Scienze dell’Educazione. Inizia a macinare esami, facendo contemporaneamente quattro lavori diversi per mantenersi: poi, ovviamente, di notte si studia, e non importa se questo vuol dire dormire in macchina di giorno, tra un lavoro e l’altro. Tirando la cinghia per arrivare a fine mese, Denise capisce che si può vivere con poco: “Il resto” dice “serve per far festa”.
Nel 2000, un amico le organizza un appuntamento al buio, con la scusa di una gita in barca. Sotto il sole a picco, con le strade deserte, l’auto di uno sconosciuto si ferma davanti all’ospedale per darle un passaggio fino all’imbarcadero. Alla guida c’è Stiven: la barca è la sua. Denise e Stiven iniziano a frequentarsi: un’estate di uscite con gli amici, poi la conoscenza che si approfondisce e, più tardi, la convivenza. Oggi i due sono marito e moglie e lui è il suo più grande sostenitore: “Del resto” scherza lei “Può una Denise stare con un Giampaolo?”
Denise finisce l’università a tempo di record, però non ha ancora un progetto definito. Prova ad insegnare alle medie e poi alle elementari e si rende conto che non è quello che vuole: il suo sogno è quello di aprire un asilo nido tutto suo. Ne parla con Stiven, che la incoraggia e le suggerisce di investire una cifra per un periodo di tempo definito: “Dopo i primi sei mesi vedi come va”.
Basta poco per cominciare…
Denise si butta anima e corpo nel progetto: sbriga le questioni burocratiche, fa volantinaggio, va di persona in serigrafia, organizza i primi colloqui. A novembre 2004 l’Asilo Nido Peter Pan apre i battenti… senza iscritti! Le famiglie della zona sono abituate a fare affidamento sui nonni per prendersi cura dei bambini fino al momento in cui iniziano la scuola dell’infanzia, dunque i servizi di un asilo nido sono poco richiesti.
La prima bambina arriva poco più di un mese dopo; a marzo gli iscritti sono già tre. Denise inizialmente offre un servizio con orari flessibili, per vincere gradualmente i timori di genitori che lavorano, sì, ma che non hanno l’abitudine ad affidare i loro bambini ad un Asilo Nido. La voce comincia a diffondersi, gli iscritti aumentano, c’è margine per arrivare fino a giugno: i primi sei mesi sono passati e il Peter Pan continua a lavorare.
Denise racconta la sua storia così:
… poi si continua a crescere!
Ad appena 2 anni dall’apertura, i genitori chiedono a Denise di estendere la durata del servizio: hanno sperimentato direttamente la qualità dell’offerta formativa e vogliono che lei e il suo gruppo di lavoro seguano i loro bambini fino ai 6 anni. Facile a dirsi, difficile da concretizzare: la proposta è ancora poco conosciuta e i dubbi e le insicurezze sono tanti. A Denise, però – ve ne sarete accorti – piacciono le sfide: le fanno brillare gli occhi, le danno la carica. E allora, perché non provarci?
Passano altri tre anni e ancora una volta i genitori spingono Denise a far crescere il suo progetto: il Centro Infanzia Peter Pan si trasferisce. La nuova sede è grande il doppio e, con più spazio a disposizione, i bambini possono essere seguiti dai 6 mesi ai 6 anni. La lunga continuità educativa permette di consolidare i processi di apprendimento, attraverso l’esperienza dei metodi pedagogici scelti da Denise.
Oggi il Centro Infanzia Peter Pan ospita 60 bambini tra nido e scuola dell’infanzia ed è una realtà conosciuta e radicata sul territorio.
Lasciare qualcosa che serva
La proposta educativa, diversa da quella ministeriale classica, è frutto di ricerche e studi approfonditi: il Reggio Approach di Loris Malaguzzi, il metodo educativo di Maria Montessori, la filosofia di Rudolf Steiner e l’esperienza dell’Asilo nel bosco sono le fonti di ispirazione a cui si rifà Denise. Che viaggia, in Italia e all’estero: a Cuba, in Danimarca, in Tirolo, in Germania. Da ogni esperienza porta a casa stimoli nuovi, adattandoli alla realtà del territorio in cui vive e insegna.
“Cosa posso lasciare ai bambini che serva loro nella vita? Cos’è servito a me?”. Per Denise questa domanda è fondamentale, perchè definisce i valori alla base del percorso educativo proposto dal Centro Infanzia Peter Pan.
L‘autonomia, innanzitutto: la capacità di trovare da solo una soluzione ad un problema, di capire di cosa ho bisogno in una situazione critica, di saper superare le paure e gestire le emozioni, anche nelle relazioni con gli altri. L’autonomia passa per piccole e grandi conquiste quotidiane: chiedere un bicchier d’acqua se hai sete, entrare in classe da solo. I bambini dell’ultimo anno dormono una notte a scuola, fuori casa: è la loro “prova di coraggio” prima di cominciare le scuole elementari.
Poi, la resilienza: la capacità di reagire alle difficoltà, facendolo con i mezzi a propria disposizione e apprezzando il valore di ciò che si ha. Al Centro Infanzia Peter Pan si dà grande valore alla relazione: la relazione con i bambini, che vengono ascoltati e coinvolti nelle decisioni, il dialogo costante con le famiglie, per calibrare al meglio il percorso educativo, la collaborazione tra le insegnanti.
La magia è una cosa seria
Infine, la magia, la dimensione di continuo stupore in cui il bambino vive: ecco allora che nel bosco vicino al “Peter Pan” abitano gli gnomi, i bicchieri diventano strumenti musicali, i teli colorati sono le onde del mare.
La magia, però, è anche la capacità di parlare di argomenti difficili con il linguaggio adatto e la leggerezza di cui il bambino ha bisogno: così, la cicatrice rimasta dopo un’operazione chirurgica diventa il segno lasciato da una battaglia contro i pirati (“Ma alla fine ho vinto io!”) e, attraverso i racconti e il gioco, al Centro Infanzia Peter Pan si affrontano temi delicati come la diversità o la malattia.
Tutto questo, rispettando l’unicità di ciascun bambino: perchè ogni bambino ha la sua storia, il suo linguaggio, i suoi tempi, il suo modo di vedere le cose.
James Barre, il papà letterario di Peter Pan, l’avrebbe detto così: “C’è un’Isola che non c’è per ogni bambino, e sono tutte differenti“. E Denise e la sua squadra questo lo sanno, da sempre.
Link utili
Indirizzo: Via Barcis 6, 30027 – San Donà di Piave (VE)
Sito web: centroinfanziapeterpan.it/
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