Il progetto Hubrains, promosso da Giustiniano La Vecchia e dal suo team, è un’iniziativa di innovazione sociale e crescita culturale partita lo scorso anno con un obiettivo: lavorare con i giovani e per i giovani, aiutandoli a individuare il loro scopo attraverso il talento, la creatività e una sana inquietudine.
Un progetto ambizioso che risponde alla voglia di fare e di essere delle nuove generazioni e che prevede tre percorsi con un denominatore comune: ascoltare i ragazzi, dare loro fiducia e rispondere ai loro perché.
Come nasce il progetto Hubrains
Hub, come incubatore, brains come cervelli: il nome del progetto fa venire subito in mente un’energia che immagina e crea. Coinvolgendo persone, competenze, idee ed entusiasmo.
Quando chiedo come nasce Hubrains a Giustiniano La Vecchia, innovatore sociale e culturale, autore e keytnote speaker che ha promosso l’iniziativa e che la sta sviluppando, mi racconta di un incontro durante un convegno a proposito dei talenti delle nuove generazioni. Dal confronto nasce una prima idea di progetto, che poi rimane nel cassetto: è il 2007.
Da allora ad oggi, ne è passata di acqua sotto i ponti: è cambiato il modo di considerare le relazioni professionali, il web e il digitale hanno accelerato la circolazione delle informazioni e la pandemia da Covid – 19 ha fatto il resto. Gli ultimi due anni, in più, ci hanno messo di fronte a un bivio: subire il cambiamento inatteso che ha drasticamente modificato il nostro modo di lavorare, vivere ed entrare in relazione con gli altri o tentare di governarlo, studiando soluzioni nuove.
Giustiniano, rientrato da un lungo periodo di lavoro all’estero, decide di scegliere la seconda strada. “In un periodo come questo, sentivo di dover restituire una parte di ciò che la vita mi ha dato, in termini di esperienze, competenze, relazioni”, racconta. Restituirlo a chi? Nessun dubbio: ai giovani, una delle comunità più colpite dagli effetti della pandemia.
Sempre più spesso si sente dire in giro che “È un momento difficile”, “I ragazzi non hanno voglia di darsi da fare” , “Ai miei tempi…”. Dichiarazioni semplicistiche, a fronte di cifre presentate da fonti ufficiali che dipingono una realtà preoccupante:
- Secondo il recente rapporto “The condition of children worldwide“, pubblicato dall’Unicef a fine 2021, oltre il 15% dei ragazzi tra i 10 e i 19 anni convive con una situazione di disagio mentale provocata da incertezza, solitudine e difficoltà ad affrontare il cambiamento negli stili di vita;
- I dati del rapporto annuale ISTAT 2021 indicano che in Italia i giovani sotto i trent’anni che non studiano, non lavorano o non sono impegnati in un percorso di formazione hanno superato i due milioni;
- Lo stesso documento riporta che i giovani che abbandonano la scuola senza aver conseguito un diploma o una qualifica professionale dopo la licenza di terza media sono stati oltre 540 mila.
Di fronte a una situazione del genere, Giustiniano decide di riunire un team di persone che vogliono provare a offrire un’alternativa ai giovani, risvegliando il loro talento e il loro entusiasmo. Non da soli, ma grazie al confronto con chi sente di poter dare un contributo: imprenditori ed ex imprenditori, professionisti, sostenitori e finanziatori.
Nasce il progetto Hubrains, come iniziativa di innovazione sociale che aiuta i ragazzi tra i 12 e i 22 anni a individuare i loro talenti e a farli crescere, anche avviando nuove imprese. I primi laboratori nascono a Treviso, Trento e Cesena e coinvolgono tra i 30 e i 40 ragazzi.
Le attività del progetto
Che cos’è il talento? È un’energia potente, che Giustiniano definisce come l’amalgama di “Conoscenza, capacità, passione e creatività”. Insieme a una sana inquietudine, è la benzina che alimenta il motore e fa proseguire il viaggio.
Il punto essenziale è capire verso dove. Quando si dice che qualcuno “ha perso la bussola” si usa la stessa metafora: quella di un viaggiatore smarrito che non ha più una direzione. Il punto di partenza di Hubrains è proprio questo: affiancare e sostenere i ragazzi nella “ricerca dello scopo perduto“, dando loro fiducia.
“Gli adolescenti e ragazzi, dal punto di vista biologico, sono al massimo delle loro potenzialità. Ma spesso si sentono dire: “sei troppo giovane, cosa ne vuoi sapere tu?” , racconta Giustiniano. La prospettiva di Hubrains è diversa: il progetto, infatti, favorisce l’incontro tra le giovani generazioni e gli adulti, moderni mecenati.
A sostenere i partecipanti, infatti, sono uomini e donne conosciuti e apprezzati nella loro comunità di riferimento nel ruolo di leader, imprenditori e innovatori. Credono nella proposta di Hubrains e affiancano i ragazzi come “ispiratori di futuro“, dialogando con loro e ascoltandoli.
Al progetto prendono parte anche giovani che hanno già trovato il loro obiettivo e che sono in cammino per raggiungerlo. Formano la comunità dei Nomadi Creativi e avviano i primi hub di progetto, per condividere la loro esperienza. Inoltre, coinvolgono le loro reti di relazioni sul territorio, servendo da esempio ad altri ragazzi loro coetanei: nel progetto hanno il ruolo fondamentale di “ispiratori di scopo”.
Entrambe le figure partecipano alle attività promosse da Hubrains:
- Aperitivi creativi: appuntamenti periodici online organizzati da Hubrains e dalla comunità dei Nomadi Creativi, dove i protagonisti sono i i giovani. I partecipanti condividono conoscenze, fanno emergere idee e creano relazioni discutendo di tematiche attuali come l’innovazione e l’ambiente.
- Nomadi Creativi Days: giornate itineranti in tutta Italia, nate prendendo spunto dai caffè letterari dell’Illuminismo. Sono momenti di scambio di conoscenze, che favoriscono il lavoro collaborativo, l’innovazione e il pensiero creativo, proponendosi come “Accelerated Talent Experience” (ATE).
- Percorso “Disruptive Entrepreneurs”: un percorso di alta formazione centrato sulla creazione e la gestione d’impresa. L’esperienza dura sei mesi, con una frequenza di due week-end al mese.
- Percorso “Disruptive Talent”: un percorso per lo sviluppo dei talenti e delle potenzialità attraverso laboratori di intelligenza emotiva, sociale e collettiva. Il percorso dura 4 mesi, anche in questo caso con due appuntamenti al mese.
La partecipazione alle attività è del tutto gratuita, sostenuta dalle donazioni e da borse di studio messe a disposizione dalle imprese sponsor. Ovviamente, per entrare a far parte del progetto i ragazzi devono presentare una candidatura che viene valutata dal comitato tecnico scientifico di Hubrains.
L’intera iniziativa è partita da neanche sei mesi: per questo, al momento le attività sviluppate comprendono solo gli aperitivi creativi e i Nomadi Creativi Days. L’evento di lancio ufficiale si terrà a Milano il prossimo 28 febbraio presso il Digital Culture Centre. A raccontare la loro esperienza saranno i ragazzi che fanno già parte dei Nomadi Creativi nelle città di Trento, Treviso e Torino.
Perché continuare a seguirlo
Qual è la reazione delle persone a cui il gruppo di lavoro del progetto ha presentato Hubrains? “Non ho dovuto convincere nessuno”, racconta sorridendo Giustiniano La Vecchia.
La proposta è senz’altro innovativa, sia per il target a cui si rivolge, sia per le modalità con cui viene sviluppata. Sono i giovani a essere protagonisti, ma è lo scambio di esperienze tra generazioni diverse che dà il “la” al processo creativo e lo sostiene. Non un insegnamento ex cathedra, dall’alto in basso, ma un’iniezione di fiducia fatta di esperienze, confronto, ascolto e condivisione.
Per questo, diversi imprenditori delle regioni finora coinvolte hanno messo a disposizione di Hubrains non solo le proprie competenze, ma anche la propria sede. “Abbiamo una sala riunioni che può ospitare fino a trenta ragazzi: venite da noi per le vostre attività”, hanno proposto la Pieri Group e la New Gomm, aziende di Cesena che per prime hanno sostenuto l’Hub romagnolo.
Come si diceva, buona parte delle attività finora organizzate si è autofinanziata, grazie anche ai proventi del libro “La felicità? È un viaggio“. Il libro, scritto da Giustiniano, è una conversazione tra l’autore a diciott’anni e il Giustiniano adulto sui pregiudizi, il valore del talento e la ricerca della felicità.
A sostenere Hubrains ci sono già le prime aziende e le prime organizzazioni, come la Fondazione Cariplo, Illimity Bank, Top Partners, O&DS. Tali realtà saranno coinvolte non solo come sponsor, ma anche come potenziali investitori nelle future start-up nate dal percorso Disruptive entreperneurs
Il progetto, infatti, pensa in grande: la prossima primavera inizieranno le attività dei due percorsi, a cui i ragazzi parteciperanno grazie a borse di studio gratuite. Al percorso dedicato allo sviluppo d’impresa potranno accedere i giovani che presenteranno le migliori idee imprenditoriali legati ai temi dell’innovazione sociale e della crescita culturale.
Certo, il tasso di mortalità delle start up è decisamente elevato. Secondo i dati rapporto ICE “Le startup italiane alla prova: dalla crisi pandemica covid-19 alle opportunità del Next Generation EU” , l’89% delle startup europee è destinato a fallire.
Hubrains, però, affianca gli aspiranti imprenditori con un percorso pensato per ridurre i rischi di insuccesso, proponendo un modello innovativo fondato sulla collaborazione tra generazioni e la condivisione delle esperienze.
Quando chiedo a Giustiniano se c’è qualcosa che lo spaventa per il futuro del suo progetto, mi risponde che in sei mesi lui e il suo gruppo di lavoro hanno realizzato talmente tanto insieme ai ragazzi coinvolti che non può che essere fiducioso.
L’imprenditore affida il suo messaggio di speranza a tre simboli. Il primo è la clessidra, per ricordare che il tempo non è infinito. Il secondo è la bussola, che invita a prendere in mano la vita e a darle una direzione. Il terzo è il pentagramma, che rappresenta, nelle parole di Giustiniano: “La capacità di scrivere e ascoltare la colonna sonora della propria esistenza con note chiamate emozioni. Ricordando ai giovani che sono molto meglio di quello che fanno loro credere”.
Link utili
Sito web: https://hubrains.org/
Facebook: https://www.facebook.com/Hubrains/